Nel 1778 Ferdinando IV di Borbone seguendo una idea apparentemente pazza di suo padre Carlo, decide di realizzare in una tenuta di caccia poco lontano dalla Reggia di Caserta una nuova sede per la famiglia reale. Attorno a quello che doveva essere il casino di caccia viene realizzata una produzione agricola di tutto rispetto e poi successivamente una industria manifatturiera che vuole andare a sostituire le splendide stoffe di seta francese che i Borboni tanto amavano.
Visita guidata delle arterie di San Leucio: una vera e propria cittÃ
Il complesso del Belvedere aveva tutto ciò che poteva servire alla comunità , dalla scuola, alla chiesa, la palazzina, le filande, i filati e l’opificio
All’interno del complesso monumentale, si trovano, oltre ai telai restaurati e ancora funzionanti, strumenti e attrezzi per la lavorazione della seta, una ruota idraulica per i torcitoi della stoffa. Oltre ai telai antichi e agli appartamenti reali, da non perdere il Casino reale del Belvedere. L’edificio è affrescato con scene allegoriche, mentre capolavoro indiscusso è il Bagno della Regina, impreziosito dalle opere di Philipp Hackert.
La casa del tessitore di San Leucio: cosa aspettarsi
Quando si varca il grande portale che da l’accesso alla Real Colonia di San Leucio ci si aspetterebbe di trovare un villaggio operaio molto povero, arretrato, sicuramente non più abitato, invece appare in tutto il suo splendore, la sua modernità , e la sua ancora attuale utilità . Facciamo un giretto nel quartiere operaio e soprattutto nella casa del tessitore.
Visita guidata della casa del tessitore di San Leucio
All’interno della colonia Leuciana esisteva una sola distinzione tra gli abitanti del borgo: il merito. Se si lavorava con attenzione e passione il Re premiava il lavoratore con generosità . Per esempio il are donava alle famiglie dei lavoratori un appartamento o meglio una villetta a schiera. Proprio come le attuali villette, le case di San Leucio sorgevano una di seguito all’altra, con un giardinetto o orto privato per ogniuna di loro, e con dei servizi in comune. Per aiutare la famiglia a sistemarsi, il Re donava anche l’arredo ed il corredo necessario. In questa maniera i genitori di figlie da marito non dovevano preoccuparsi per la dote.
Visita della casa del tessitore di San Leucio: le sete di San Leucio
Ci si poteva sposare per amore, e la famiglia veniva aiutata e protetta dal Re. Ferdinando per esempio promosse qui anche la prima vaccinazione per il vaiolo, e con l’andare del tempo, viste le necessità generali, Ferdinando IV dotò Ferdinandopoli dell’assistenza sanitaria gratuita, poichè aiutava i lavoratori a lavorare più tranquillamente ed a portare avanti le loro esperienze alle nuove generazioni. Si lavorava inoltre solo 11 ore al giorno, quando nel resto delle attività produttive l’orario di lavoro arrivava fino a 16 ore. Erano rarissimi gli straordinari, ed ogni 2 ore si facevano 10 minuti di pausa.
Guida turistica della casa del tessitore di San Leucio
Le unità abitative sono ancora oggi 37 divise nel quartiere San Carlo e San Ferdinando. Potevano prendere l’acqua alle fontanelle comuni che si trovavano all’inizio del quartiere, sia per bere, che per lavare. La villetta era divisa in un piano per la zona giorno, un sotterraneo per le cantine ed il bagno, ed un piano superiore per la zona notte. La zona giorno era formata dalla cucina ed un salotto con la zona lavoro, con il telaio ed i tocchetti dei fili. Al piano superiore la zona notte e la lavanderia. Fuori dalla finestra un giardino che veniva coltivato per diventare un orto. Vi erano almeno 2 caminetti per ogni casa.
Le Real Colonia di San Leucio fu creata per desiderio del Sovrano Carlo di Borbone che adorava i tessuti in seta francesi e che avrebbe voluto introdurre la produzione di queste stoffe anche nel suo regno. Aveva già anche pensato di porre a capo di questo importante progetto il Francese Monsieur Trouillier, ma dopo aver posto le basi della nuova manifattura a San Carlo delle Mortelle nel 1742, vide il suo progetto naufragare miseramente. Riprese questo suo sogno la sovrana Maria Amalia sua moglie, che adorava la morbidezza della seta e la sua lucentezza, e con grande slancio nel 1757 fece iniziare bei dintorni di Caserta un allevamento di Bachi.
San Leucio da palazzina di Caccia a impresa redditizia
Re Carlo come tutti i sovrani del tempo, vedeva nella caccia il miglior passatempo per un uomo del suo lignaggio e decise di far realizzare non lo tano da Caserta una riserva di caccia che fosse facilmente raggiungibile dalla Reggia. Naturalmente chiese al suo architetto di corte Luigi Vanvitelli di disegnare un sistema viario ampio e soprattutto rettilineo che congiungesse la reggia di Caserta con quello che sarebbe poi diventato il complesso del Belvedere. La riserva di caccia sarebbe infatti nata nella tenuta di San Leucio, dove nel XVII secolo i baroni casertani avevano realizzato una palazzina che ben si sarebbe prestata a questo uso.
Carlo di Borbone non può realizzare il sogno della Real Colonia di San Leucio
Il progetto doveva subire una forte frenata di arresto quando Carlo di Borbone fu chiamato ad occupare il trono di spagna insieme alla sua consorte, e per qualche tempo il Belvedere su dimenticato. Ma suo figlio Ferdinando IV decise di portare avanti i lavori abbandonati dal padre , facendo per prima cosa recintare la grande area con alti ed importanti muri, e facendo realizzare uno splendido casino di caccia dove la famiglia reale abitò addirittura per lunghi periodi lontano dalla armeggia di Caserta. Per i fabbisogni della famiglia reale furono quindi creati campi agricoli, fattorie per gli animali e soprattutto si facilitò lo stanziamento di contadini ed allevatori.
Ferdinando IV continua il sogno di suo padre: le seterie di San Leucio
Nel 1776 Ferdinando IV , sempre più innamorato delle ampie zone verdi della tenuta, fece ampliare il Belvedere di San Leucio affiancando nelle immediate vicinanze un grande stabilimento per la trasformazione del bozzolo del baco da seta in filo e poi stoffa, affidando quesal nuova realtà imprenditoriale al torinese Francesco Bruetti. Nel 1786 Ferdinando decise di creare un vero e proprio villaggio operaio, costruendo due quartieri divisi dalla strada di accesso alla palazzina di caccia, chiamati quartieri San Carlo e San Ferdinando ed installò i filatoi nel cortile del Belvedere.
I due quartieri, la strada di accesso e la grande recinzione con il maestoso portale d’entrata costituiscono ancora oggi una delle entrate al Real Belvedere di San Leucio, anche se ormai tutte queste attività non esistono più, e le sete di San Leucio dopo una parentesi temporale di chiusura, sono ora nuovamente prodotte in piccolissima quantitÃ